Posizionamento dei marker, dove li metto?
Sempre più spesso, in ambito di bike setting, vediamo il ciclista sul piano sagittale (lateralmente) in fase dinamica (in pedalata) con dei marker (bollini) da cui partono linee, angoli, laser, coriandoli e giochi d’artificio, insomma la fiera degli effetti speciali. Più che per esigenze scientifiche, spesso, vengono usati per animare e dare un’aria di professionalità a una consulenza che di professionale ha ben poco.
Cerchiamo di spiegare a cosa “dovrebbero” servire.

Premesso che la biomeccanica studia e misura il movimento umano, il tecnico biomeccanico si avvale delle conoscenze in fisiologia, chinesiologia, fisica e anatomia per ottimizzare lo studio dell’atleta.
Ci sono molti modi per avvicinarsi allo studio della figura umana in movimento, il primo è sicuramente la conoscenza dello scheletro e delle ossa, dei segmenti e delle articolazioni.

È Fondamentale ricordare che le ossa oltre sostenere il corpo nella sua massa, forniscono la struttura a cui sono attaccati i muscoli.
In secondo luogo, la lunghezza delle ossa, in particolare le ossa lunghe, aiuta a indicare le proporzioni generali di una persona (bassa, media o alta statura).
Terzo, porzioni di ossa situate vicino alla superficie della pelle possono essere utilizzate come punti di riferimento essenziali nella rappresentazione della figura umana, questi punti, in ambito di analisi biomeccanica, vengono chiamati PUNTI DI REPERE.

Ma se i punti di Repere vengono utilizzati per localizzare una regione del corpo in maniera univoca e ripetibile, è altrettanto indispensabile, che il corpo venga considerato, con un riferimento standard internazionale, ossia in POSIZIONE ANATOMICA, essa prevede la posizione eretta con i piedi affiancati e gli arti superiori penzoloni lungo i fianchi con i palmi rivolti in avanti.

Sfatiamo il mito degli ANGOLI STANDARDIZZATI;
gli angoli non sono l’obbiettivo da raggiungere in quanto non esiste un dato certo per tutti; il valore angoli, invece, è il risultato del lavoro finito, figlio di valutazione del soggetto, esigenze, caratteristiche e limiti.

NON CI SONO PUBBLICAZIONI SCIENTIFICHE CHE DICONO IL CONTRARIO.
Gli angoli servono solo, a fine lavoro, per registrare l’ottimizzazione della propria posizione, in questo modo, possiamo avere dati ripetibili e più precisi della classica registrazione in millimetri.

Un dato di cui si parla è il range degli angoli che mediamente, si dice, vada da 135° a 150°, questa fascia di applicazione è talmente larga che potremmo paragonarla ad una misura di scarpa che va dal 38 a 48 di misura.

Concludendo è chiaro quanto sia indispensabile, localizzare con estrema precisione i PUNTI DI REPERE per un risultato chiaro e ripetibile; seconda cosa è fondamentale sapere che gli angoli non si cercano, GLI ANGOLI EMERGONO.

Quindi, se il tecnico scambia il gran trocantere con la cresta iliaca e l’acromion con il trochite o se lavora per obbiettivo angolo, le cose sono due o non conosce le basi della biomeccanica e anatomia oppure ha bevuto troppo, in entrambi i casi IL CICLISTA È NEI GUAI ! ! !

ALESSANDRO MANSUETO

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